La rinascita di Villa Emy
Il volume di villa Emy si intravede in fondo al giardino, tra palme e tamerici, oltre il muro in pietra di Trani che delimita la passeggiata panoramica sul lungomare di Bisceglie. Il suo carattere di architettura storica ne fa un landmark, un punto di interesse che emerge per il suo valore estetico e per la funzione di memoria in un paesaggio naturale, un tempo agricolo, urbanizzato e reso ibrido dal dopoguerra con la formazione di edifici residenziali e turistici poco riconoscibili ed eterogenei.
Osservando villa Emy dalla passeggiata ed entrando nel vialetto che attraversa il giardino, si può cogliere ancora l’atmosfera Art Decò in cui era stata costruita. La Villa come la vediamo oggi è stata edificata negli anni ’30, trasformando probabilmente una vecchia struttura agricola con volte a botte e a padiglione fatta con possenti murature di tufo larghe sino ad un metro e aggiungendo dei volumi di servizio sulla parte destra.
L’architettura è semplice e le cornici delle finestre e la scala di ingresso a doppia rampa curva rimandano allo stile Déco dell’epoca, insieme al disegno degli elementi in ferro ancora superstiti.
La storia della villa si arricchisce di una nuova trasformazione negli anni ’60 con l’aggiunta del piano primo, un volume più piccolo, arretrato dalla facciata di ingresso per dare spazio a un terrazzo; negli anni ’80 poi viene realizzata la piscina.
Da villa residenziale, negli anni ’90 l’edificio passa ad un utilizzo ricettivo, vi si organizzano ricevimenti, poi, fino al 2010, ancora una trasformazione in cocktail bar stravolgendo con le varie traformazioni tutte le finiture interne originali.
Il progetto
Dopo un periodo di parziale abbandono, nel 2023 i proprietari hanno deciso di intervenire sulla villa con l’obiettivo di valorizzarne l’architettura e dare una nuova funzione agli spazi, creando un piccolo bed & breakfast di charme che portasse con sé la memoria dell’edificio.
Il progetto fatto a quattro mani dall’architetto Paolo Lettieri assieme al collega Pierluigi Pindinelli di Bisceglie, si inserisce nella storia della villa con l’obiettivo di aggiungerne un nuovo episodio contemporaneo. Il principio è quello di inserire i nuovi elementi necessari a rifunzionalizzare l’edificio valorizzando l’architettura originaria senza seguire una deriva storicistica.
La struttura dell’architettura, i setti murari, le volte, le aperture, sono state mantenute e risanate attraverso la rimozione di tutte le finiture superficiali non originali che ne limitavano la traspirazione, che stavano causando il deterioramento delle strutture in tufo.
Anche la distribuzione degli ambienti interni è stata ridisegnata seguendo l’obiettivo di mantenere visibile e fruibile l’impianto architettonico della villa. La creazione delle sei camere con i relativi bagni è stata attuata attraverso interventi puntuali, ricavando dove necessario gli spazi accessori mediante il criterio dell’inserimento delle nuove partizioni in modo riconoscibile per non interrompere o alterare la leggibilità degli spazi esistenti, in particolare quelli a piano terra, caratterizzati dai soffitti a volta.
Il design dell’interno, nella scelta dei materiali e dei colori, segue concettualmente quello del progetto architettonico. Un nuovo episodio della storia della villa va ad aggiungersi a quelli precedenti, attraverso la scelta di materiali e finiture contemporanee.
Non potendo recuperare le pavimentazioni e le finiture interne originarie si è deciso di creare una ‘scatola’ molto neutra, con pavimenti in lastre con un tono grigio caldo, pareti con simile tonalità impreziosite da zoccolature e da una boiserie di intonaco trapirante e da porte e finestre a smalto bianco opaco.
All’interno di questo involucro rispettoso della spazialità originaria della villa, l’arredo si inserisce creando puntuali episodi cromatici e materici che animano gli ambienti e ne caratterizzano le funzioni. In alcuni casi gli interventi sono più accentuati, come nella suite a piano terra dove la testiera del letto diventa un’alta quinta colorata, che termina con un profilo ad arco. La quinta funge da separazione tra la camera e il bagno, accompagna lo sguardo verso la volta che delinea il soffitto della stanza originaria, mentre il basso volume del bagno si intuisce solo dalle due porte traslucide.
All’interno dei bagni, accanto al tono neutro del pavimento in pietra, emergono deglie elementi cromatici e decorativi: il nero opaco delle rubinetterie e dei profili metallici crea un contrappunto di segno grafico sui disegni floreali. Lo spirito Decò dell’epoca, seguendo una puntuale richiesta della committenza, è stato reinterpretato con l’introduzione di variegate grafiche floreali moderne.
Anche il progetto di ridefinizione degli spazi esterni propone una rilettura del giardino con nuovi percorsi e nuove pavimentazioni, nuove piantumazioni con essenze mediterranee autoctone e uso di brecciolino alternato alle pavimentazioni.
La piscina, mantenuta nella forma originale è stata completamente rinnovata inserendo una zona di acqua bassa per prendere il sole ed inserendo dei gradoni di ispirazione Art Decò. La visione notturna restituisce il progetto della luce che definisce i percorsi di accesso e del giardino e la zona della piscina, illumina la scala di accesso della villa e della sua facciata con corpi illuminanti dal disegno minimale.
- Anno
- 2024
- Cliente
- Villa Emy
- Team
- Paolo Lettieri, Pierluigi Pindinelli
- Supplier
- Fondovalle
- Supplier
- Artis
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- Cocif
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- Domoteka
- Supplier
- Lorusso


















