Nuovo Campus delle Scienze Mediche

Granada
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Dibuix © Marazzi Architetti + P'ARC
Landscape Architects
P'ARC
Any
2006

Autori: Marazzi architetti + P'ARC
Ingegneria Strutturale: Favero & Milan Ingegneria
Concorso Internazionale di Progettazione: 2006 | Progetto Finalista

Il programma per il nuovo campus delle scienze mediche di Granada prevede la costruzione di quattro facoltà (Medicina, Farmacia, Scienze Mediche, Odontoiatria) ed un edificio per i Servizi Generali.
Il progetto concepisce lo spazio aperto come elemento centrale e cruciale.
Il principio generale e la struttura del disegno derivano da un’idea di protezione: il progetto affonda nel terreno andando a cercare gli strati geologici ed i microclimi più favorevoli, mentre l’architettura si solleva generando un fitto reticolo di ombre a mitigare l’intensità del sole andaluso.
Il consueto rapporto orizzontale tra spazi aperti ed edificato è sovvertito e, liberato il suolo, gli edifici lasciano fluire uno spazio connettivo: si genera una dorsale est-ovest sulla quale gravita la vita del campus.
Sul connettivo si affacciano gli accessi alle facoltà, i servizi generali e le aule più grandi.
Il giardino diviene reale estensione all’aperto degli spazi di lavoro e studio.
Da est e da ovest si accede alla dorsale mediante rampe a pendenza minima,  mentre da nord e da sud spaziose  gradinate consentono l’accesso diretto, dalle strade esistenti.
I quattro corpi principali, semi-incassati nella sezione di scavo, ospitano le quattro facoltà, mentre il corpo fuori terra, inglobando una preesistenza rurale, è sede della portineria e della biblioteca centrale.
L’architettura, introversa, presenta un duplice carattere: ai compatti fronti esterni realizzati mediante pannelli traforati in GRC si contrappongono luminose ed estroverse facciate interne completamente vetrate.
Vaste specchiature d’acqua alimentate dalle piogge invernali raccolte e stoccate in cisterne interrate,  isolano i fronti esterni degli edifici,  producendo suggestivi effetti scenografici e segnalando che la vita si svolge all’interno. Un ulteriore filtro climatico  sarà costituito dalle masse di una rigogliosa vegetazione.
Lo spazio connettivo si configura come una pineta di diverse specie del genere Pinus, puntinata di cipressi, che, nelle parti definite come patii dagli edifici, si mescola con palme, piante da frutto e officinali, emblemi della manipolazione antropica della natura: sono piante al servizio del piacere e del benessere dell’uomo, legate allo stesso tempo alla cultura agricola, caratteristiche del giardino arabo; esse esplicitano che il Campus è un luogo di integrazione territoriale (urbano/rurale) e culturale.

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